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Il Torrente Trasubbie


Proprio a delimitare il confine ovest del nostro Agriturismo si trova il torrente Trasubbino, affluente del torrente Trasubbie. Più precisamente il confine coincide con l'incontro e l'affluenza del torrente Senna con il Trasubbino. Questo tratto di territorio fa parte di un'area naturale protetta molto interessante e per certi aspetti unica nel suo genere. Caratterizzato dalla presenza di specie animali e floreali rare e protette. Quì di seguito riportiamo un estratto della descrizione presente su Wikipedia.

Il Trasubbie è un torrente che scorre nella parte centrale interna della provincia di Grosseto.

Le caratteristiche della portata e la particolare orografia danno un particolare aspetto all'alveo che si presenta stretto e incassato nel tratto iniziale, mentre nel tratto medio e terminale, dopo la confluenza di altri torrenti, quali il Trasubbino e la Senna, il suo letto si allarga formando una serie di ampie vallate, percorse da una fitta rete di canali.

Gli abbondanti depositi alluvionali, di natura ghiaioso-ciottolosa, cementati da sedimenti più fini, vanno a formare ampi terrazzi su cui si sviluppa una complesso floristico molto particolare. Gli studi condotti da il Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università degli Studi di Siena, insieme al Dipartimento di Biologia Vegetale dell'Università degli Studi di Firenze, hanno messo in risalto fra le altre, la presenza di un'essenza endemica del comprensorio amiatino, la santolina etrusca. Fra le specie animali, si segnala il sito per la presenza dell'occhione, e in misura sempre meno episodica, del lupo.

L'area Protetta:

Il biotopo del torrente Trasubbie è un'area naturale protetta incentrata attorno alla confluenza di Trasubbie e Trasubbino, estendosi per circa 5 km a valle di essa e per circa 8 km a monte lungo l’alveo del Trasubbino, in un intervallo altitudinale fra 250 e 110 m s.l.m., nel comune di Scansano. Gli alvei dei due torrenti sono molto ampi e presentano caratteristiche geomorfologiche e flogistico vegetazionali assai peculiari, nonché un livello di integrità tanto elevato da farne uno dei siti della provincia di Grosseto più interessanti dal punto di vista bioecologico. Sono molto diffuse comunità vegetali erbaceo-arbustive pioniere di greti torrentizi ampi, ciottolosi e aridi, molto ricche di specie, cenologicamente e strutturalmente singolari per il loro aspetto di tipo “savanoide”. Esse si distribuiscono su ampi spazi a bassa interferenza antropica, su terrazzi con diverso grado di umidità, stabilizzazione del substrato e di evoluzione pedogenetica. Lungo le sponde e nelle anse morte del torrente sono presenti anche diverse specie di ambiente umido.

Il biotopo compare fra i Siti di interesse regionale come SIR B22 “Torrente Trasubbie” (IT51A0103), di 1.381,7 ettari, ed è attualmente studiato in dettaglio sia per la componente vegetale che per quella animale.

Fauna:

Tra le specie animali presenti nell'area protetta ricordiamo, tra i rettili, la testuggine di Herman (Testudo hermanni); tra gli uccelli: l'occhione (Burhinus oedicnemus), nidificante, presente con un elevato numero di coppie; il biancone (Circaetus gallicus), presumibilmente nidificante in zone boscate prossime al sito, utilizzato come area di alimentazione; la ghiandaia marina (Coracias garrulus), presumibilmente nidificante. Ci sono anche importanti popolamenti di uccelli legati al mosaico di praterie, garighe, arbusteti e boscaglie ripariali.

Flora:

Gli alvei del Trasubbie e del Trasubbino sono colonizzati da vegetazione pioniera erbaceo-arbustiva la cui composizione e struttura varia a “mosaico” a seconda dell’umidità del suolo e del suo grado di evoluzione pedogenetica, quindi sostanzialmente in funzione della distanza dal corso d’acqua.

I terrazzi superiori, ossia quelli più periferici e non interessati dalle piene ordinarie del torrente, hanno suoli stabilizzati e in essi si trovano alcuni tipi vegetazionali peculiari dei torrenti dell’area periamiatina. Laddove esiste una certa quantità di argilla nel suolo sono insediati degli arbusteti con marruca (Paliurus spina christi), ginestra odorosa (Spartium junceum), alaterno (Rhamnus alaternus), fillirea (Phillyrea latifolia) e lentisco (Pistacia lentiscus). Gli arbusteti lasciano però ampi spazi ad una peculiare tipologia di gariga “savanoide” dominata dai grandi ciuffi di Ampelodesmos mauritanicus, una vigorosa graminacea localmente chiamata “sarracchio”. Questa specie è favorita dagli incendi e prelude alla formazione dell’arbusteto. Ivi sono anche caratteristici i pulvini di Euphorbia spinosa.

Sui terrazzi inferiori, dove il suolo rimane più primitivo e ciottoloso anche a causa delle piene che portano continuamente nuovo materiale, domina invece un tipo di garigabassa a carattere pioniero, dominata da piccoli cespuglietti camefitici come Santolina etruscaHelichrysum italicum, Satureia montana, Micromeria graeca, Teucrium montanum ed altre (associazione del Santolino etruscae-Saturejetum montanae). Esistono anche dei bei nuclei di saliceto arbustivo con Salix eleagnos e Salix purpurea, collocati sui terrazzi inferiori disturbati frequentemente dalle piene ordinarie. Più rari sono invece i boschetti igrofili con frassino ossifillo e pioppi, in genere sulle sponde consolidate lontane dall’acqua corrente.

Nelle zone più soggette ad inondazione, su suoli incoerenti sabbioso-limosi o ghiaiosi vicino all’acqua, ci sono tratti di greto senza vegetazione o con rade fitocenosi di specie erbacee (Dauco-Melilotion). Nei punti umidi e nelle anse morte di alcuni rami laterali sono inoltre presenti frammenti di vegetazione acquatica con Nasturtium officinale,Veronica anagallis-aquatica, Lythrum salicariaMentha aquaticaJuncus articulatus e altre.

Disseminati e variamente intercalati con la vegetazione naturale si trovano infine anche appezzamenti di pascolo ovino magri e pietrosi, e piccole aree di colture a perdere che una volta abbandonate si trasformano rapidamente in incolti aridi ricchi di specie.

La flora del biotopo è molto diversificata ed ecologicamente eterogenea coesistendovi specie di ambienti aridi ed umidi, così come piante che risalgono l’asta fluviale dalla fascia costiera ed altre che discendono dal piano montano, forse per “fluitazione” dei semi. In questo senso l’alveo del Trasubbie rappresenta una sorta di singolare collegamento fra contingenti floristici normalmente attestati su piani altitudinali distanti.

Fra gli endemismi spicca l’asteracea Santolina etrusca, specie ristretta all’area periamiantina, ben riconoscibile per l’habitus suffruticoso e i bianchi capolini tondeggianti che compaiono in luglio. Altro endemismo interessante è Sesleria italica, una graminacea che qui si trova disgiunta rispetto al suo areale principale nell’appennino tosco-romagnolo. Fra le specie tendenzialmente litoranee che si trovano sull’arido greto troviamo Euphorbia barrelieri, robusta pianta glaucescente e spesso arrossata e il vistoso papavero di mare (Glaucium flavum), una papaveracea dai grandi fiori gialli normalmente localizzata sulle arene marittime.

Numerose sono le specie mediterranee di ambienti aridi fitogeograficamente notevoli, fra cui alcune asteracee “spinose” rare in Toscana come Notobasis syriaca, Tyrimnus leucographus, Cirsium italicum, Carduus acicularis e Cynara cardunculus, il carciofo selvatico.

Ad esse si aggiungono numerose altre entità interessanti quali Cephalaria leucantha,Linum nodiflorum, Geropogon glaber, Fumana ericoides, Teucrium montanum,Cichorium pumilum, Salvia virgata, Antirrhinum latifolium, Seseli tortuosum, Ononis viscosa, Torilis nodosa, Bupleurum subovatum, Melilotus sulcatus, Dianthus sylvestris, Allium amethystinum, Allium rotundum, Anchusa azurea, Anchusa undulata ssp.hybrida e numerose altre. Fra le specie un poco più igrofile si trova il raro Trifolium michelianum e Myagrum perfoliatum, una pianta di ambienti prativi coltivati. Infine deve essere menzionata la sempre maggiore diffusione di Polanisia dodecandra, una specie nordamericana avventizia nei greti di numerosi corsi d’acqua italiani.