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Cenni Storici sul Morellino


Dalle origini al 1700
Il documento più antico nel quale è citato Scansano, risale al 1188 in una Bolla di Clemente III^ e nel 1274, lo si ritrova menzionato nell'atto di divisione fra i due rami dei Conti Aldobrandeschi di Sovana e di Santa Fiora, al secondo dei quali fu assegnato Scansano e il suo distretto.

Trovandosi situato su una dorsale collinare, naturale separazione fra le terre poste su due versanti, Scansano subì sorti diverse nel corso delle estenuanti lotte fra gli Aldobrandeschi e la Repubblica di Siena.
Più volte i senesi portarono le armi in Scansano e nel 1330:" la prima impresa fu contro la Terra di Scanzano, che fu occupata per assalto e tutta messa a sacco e a fuoco, sicchè appena i Conti (Aldobrandeschi) che in erano alla difesa, ebbero tempo con molti de loro a salvarsi fuggendo a S. Fiora ".

Nel 1331, fatte le rituali sottomissioni dei Conti nei confronti della Repubblica di Siena: "Restituischino i Sanesi a Conti la Terra di Scanzano, ma smantellata, atterrata la Rocca e ripieni i fossi..."

Nel 1439, a seguito del matrimonio di Cecilia Aldobrandeschi con Bosio di Muzio Attendolo Sforza di Cotignola, Scansano passa sotto il dominio degli Sforza che, con altri territori, lo dominano per circa due secoli.

Nel 1615 Mario Sforza aliena Scansano e Pomonte a Cosimo II^ dei Medici, che fra il 1617 ed il 1619 pone l'Arme dei Medici sulla porta di Scansano (porta di accesso al centro storico).

Nel 1738 Scansano passa sotto il Granducato dei Lorena, divenendo nel 1776 sede di Podesteria e, Comunità, nel 1783 comprendente, oltre al capoluogo, Cotone, Montorgiali, Montiano, Poggioferro, Pancole, Collecchio, Polveraia, Montepò, Pomonte.


Scansano e il suo territorio nell'Ottocento
Scansano e il suo territorio, agli inizi dell'Ottocento, avevano caratteristiche peculari che affondavano le loro radici, come si è visto, nelle particolari vicende storiche che risalivano alle origini etrusco romane. L'assetto territoriale, le particolari condizioni dell'area amiatino maremmana, così come la stessa struttura agraria non avevano favorito l'espansione della mezzadria, al contrario di gran parte della Toscana fin dal pieno Medioevo. La presenza di vaste aree boschive, la diffusione della piccola proprietà coltivatrice e delle grandi tenute determinarono, di conseguenza, gli stessi ordinamenti culturali e le tecniche di coltivazione. Tale assetto fu anche influenzato dalle peculiari condizioni del mercato e dalla mobilità di popolazione dovuta sia alla presenza di attività di estrazione mineraria fin dal XVI secolo, sia, nel corso dell'Ottocento, alla pratica dell'estatatura ufficializzata da Leopoldo II e protrattasi fino al 1897.

Il Novecento
Nel 1992 è stato fondato il Consorzio a tutela del vino Morellino di Scansano che può contare oggi su 26 aziende consorziate, oltre ai circa 150 soci produttori di uva D.O.C. che conferiscono le loro uve alla Cantina Cooperativa del Morellino di Scansano.

L'obiettivo del Consorzio è di dare un indirizzo alla politica vitivinicola del territorio, di garantire la qualità attraverso il disciplinare di produzione e di valorizzare il prodotto sul mercato.

Con il decreto del 28 dicembre 2000, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 18 del 23 gennaio 2001, al Consorzio è stato conferito l'incarico, da parte del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, "di svolgere le funzioni di tutela, di valorizzazione, di cura generale degli interessi relativi alla citata denominazione di origine, nonché di proposta e di consultazione nei confronti della pubblica amministrazione, ai sensi dell'art. 19, comma 1°, della legge 10 febbraio 1992, n° 164."

Caratteristiche del Morellino di Scansano DOCG
Dalla vendemmia 2007 il Morellino di Scansano é diventata una Denominazione di Orgine Controllata e Garantita, questa modifica porta ad un incremento di qualità di questo interessante vino toscano. Queste le caratteristiche del vino a norma del disciplinare di produzione.

Il Morellino di Scansano presenta un colore rosso rubino intenso, tendente al granato con l’invecchiamento; all’olfatto deve essere intenso, fine, fresco, fruttato con sentori di frutti rossi, marasca, molto spesso prugna, etereo, può presentare sentore di legno; al gusto è secco, caldo, leggermente tannico, morbido con l’invecchiamento.

Il titolo alcolometrico volumico totale minimo di 12,50% vol per il Rosso e 13,00% vol per la Riserva che deve essere  sottoposta  ad  un periodo di invecchiamento non inferiore a due anni, di cui almeno uno in botte di legno. Il  periodo  di  invecchiamento decorre dal 1° gennaio successivo all'annata di produzione delle uve.

L’acidita' totale minima non deve essere inferiore a 4,50 g/l; l’estratto  non  riduttore  minimo di 24,0  g/l per la tipologia Rosso e  26,0 g/l per la Riserva.